orologi
3 luglio 2002 – MORTE LANDI: A TIVOLI ATTI DEPOSIZIONE HACKER SENTITO A PERUGIA 
http://www.almanaccodeimisteri.info/suicidiluglio2002.htm
ANSA: 
La Procura di Perugia ha spedito a quella di Tivoli gli atti riguardanti la deposizione, avvenuta nelle settimane scorse, di un hacker, un artigano, di 40 anni, di Marsciano, vicino a Perugia, che Michele Landi, l’informatico trovato morto nella sua abitazione a Guidonia Montecelio il 3 aprile scorso, aveva conosciuto in una fiera informatica. Subito dopo la morte di Landi, l’haker, che si definisce un autodidatta dell’informatica, aveva segnalato alla Procura di Perugia di aver ricevuto dall’informatico alcuni file da decriptare, file sospetti che Landi si sarebbe ritrovato nei suoi pc. L’uomo era stato ascoltato come persona informata dai fatti dai magistrati perugini e dai carabinieri del Ros. In particolare l’artigiano, come ha raccontato oggi, sostiene di aver ricevuto da Landi materiale finito in un Dvd da 4 giga. Nel disco, secondo l’hacker, ci sono file contenenti all’apparenza disegni, dai quali pero’ "una volta decriptati apparirebbero circuiti meccanici non meglio identificati". L’ hacker ha detto di "non sapere di cosa si tratti. Potrebbe essere – ha aggiunto – parti di un orologio ma anche di qualcosa di molto piu’ complesso". Il materiale, ha proseguito l’artigiano, gli venne consegnato pochi giorni prima della scoperta della sua morte. I due, sempre secondo il racconto dell’hacker, che ha detto di non essere mai stato sentito dalla Procura di Tivoli, erano in contatto da diverso tempo. "Non sapevo che fosse consulente per il delitto D’Antona. L’ho saputo – ha spiegato l’hacker – soltanto pochi giorni prima che morisse. Landi era arrivato a qualcosa di grande. Mi aveva chiesto di aiutarlo a decriptare quei file e lo avevo visto soltanto due volte negli ultimi anni ma ci scambiavamo comunque idee e opinioni via internet". Gli atti di quella deposizione sono stati ora inviati al pm di Tivoli, Salvatore Scalera, che si occupa delle indagini sulla morte di Landi, mentre i file sono ancora all’esame del carabinieri del Racis.  
il "Doctor Franz" è uscito ancora una volta dall’ombra per rilasciare alcune dichiarazioni esplosive a Marco Gregoretti, un inviato del mensile GQ. L’ex gladiatore ha confermato che le Br non sono mai morte. Di più: ha detto anche di sapere qualcosa sulla morte del tecnico informatico Michele Landi, catalogato in un primo momento come suicidio e, solo successivamente, classificato come omicidio. "È da un mese e mezzo che hanno ricominciato a minacciarmi – ha detto Franz – e a farmi strani discorsetti via e-mail. Fanno così, "loro", poi bum-bum e tu sei morto. Come è successo a quei due, D’Antona e Biagi. E Landi, quella specie di hacker che aveva scoperto troppo. Suicidato, ma và…. io i miei figli voglio vederli crescere in diretta. E non dall’alto dei cieli. Non voglio fare una brutta fine ed essere consolato da un ministro che si dimette". "Io lo so per certo – ha continuato Franz -: sia D’Antona che Biagi avevano ricevuto un sacco di minacce. E tutti e due stavano indagando sulla provenienza di quei messaggi. Avevano scoperto i mittenti. Sapevano cioé chi sono i terroristi e chi li protegge. Ma sono stati fatti fuori". Ed ecco la rivelazione. Incredibile, inquietante: "Il tecnico informatico Michele Landi, trovato morto nella sua abitazione il 4 aprile scorso, poco prima di morire aveva mandato un e-mail a un mio amico che era nei servizi segreti con me. C’era scritto che aveva scoperto la provenienza delle rivendicazioni dell’omicidio Biagi: arrivavano dal computer di un ministero". Franz conclude l’esplosiva intervista dicendo di essere certo che dietro tutto questo "ci sono sempre gli stessi". E cioé coloro che un tempo erano i burattinai del Kgb, "diventati i boss della mafia russa, che oggi partecipano al gioco mondiale della destabilizzazione, finanziando e fornendo armi ai gruppi terroristi, che non possono vivere senza un potere alle spalle".  
Robertobartali.it – News novembre 2002
www.robertobartali.it/novembre02.htm
OPEN SOURCE MEETING
Fondazione Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci – Perugia
10 Ottobre 2008
10.00-13.00 / 16.00-19.00
All’interno del festival "Le Arti in Città"
http://test.leartiincitta.it/?q=node/77
http://www.digicult.it/2008/OpenSourceMeeting.asp
Promosso da: Umane Energie e sezione "Flussi" del festival Le
Arti in Città
A cura di: Moreno Barboni e Marco Mancuso (Digicult)
Moderato da: Marco Mancuso (Digicult)
Con: Graffiti Research Lab, Pier Luigi Capucci, Laura Colini, Umane
Energie, 
Confinidigitali
Il 10 ottobre, presso la Fondazione Accademia di Belle Arti Pietro
Vannucci 
di Perugia, il gruppo Umane Energie e la sezione Flussi del festival
"Le 
Arti in Città", promuovono un incontro denominato Open Source
Meeting, 
curato da Moreno Barboni e da Marco Mancuso, critico, curatore e
direttore 
del progetto Digicult (www.digicult.it), con la partecipazione di
Graffiti 
Research Lab, Pier Luigi Capucci, Laura Colini, Umane Energie e 
Confinidigitali.
Dedicato alla sempre maggiore diffusione di risorse informatiche
‘aperte’, l’Open 
Source Meeting intende far incontrare soggetti residenti nel
territorio, 
come Confinidigitali e Umane Energie, con la loro piattaforma open
source 
Beduino derivante dall’internazionale Arduino project alla base del
‘parco 
multimediale’ allestito, con ospiti nazionali e internazionali,
per 
approfondire e divulgare le possibilità, sia artistiche che progettuali
che 
politico/sociali, offerte dalle risorse informatiche open source
nell’ambito 
delle arti digitali e della comunicazione multimediale.
Marco Mancuso e Moreno Barboni hanno quindi immaginato una giornata di 
lectures e dibattiti, organizzati attorno a un tavolo di lavoro che
potesse 
riunire esperti, studiosi, curatori e artisti di settori ed estrazione 
diverse ma assolutamente complementari. Un momento di riflessione e
analisi, 
in grado di evidenziare le enormi potenzialità (in gran parte ancora 
inespresse) delle tecnologie digitali "aperte", nonché del
loro impatto sul 
contesto sociale, operativo e politico nel quale viviamo, sulle
dinamiche di 
condivisione nella nuova società dell’informazione, ma anche sulle
modalità 
di interazione con le architetture e gli spazi sociali delle nostre
città, e 
la comprensione dei percorsi emotivi che condizionano la nostra
percezione 
di nuove forme d’arte e nuovi linguaggi di espressione creativa.
Evan Roth e James Powderly sono gli ospiti internazionali del Meeting, 
fondatori del progetto Graffiti Research Lab, per la seconda volta in
Italia 
dopo la performance pubblica Laser Tag, curata da Marco Mancuso lo
scorso 
Dicembre 2007 a Roma, sulle facciate del Colosseo e della Piramide
Cestia. 
Graffiti Research Lab è un progetto dedicato interamente allo sviluppo
di 
tecnologie e media sperimentali rivolti all’arricchimento diretto
delle 
risorse pubbliche per la comunicazione urbana. I GRL sono quindi
invitati a 
parlare del loro progetto artistico/attivista, delle loro performance
nelle 
città di mezzo mondo, dei possibili rischi ma anche delle enormi
possibilità 
comunicative offerte dalle tecnologie open source applicate alla
graffiti 
art e alla media art in senso ampio.
Pier Luigi Capucci è critico, docente e si occupa di sistemi e
linguaggi di 
comunicazione e, dai primi anni Ottanta, di relazioni tra tecnologie, 
cultura e società e tra forme artistiche, scienze e tecnologie. Suo il 
compito, all’interno del Meeting, di avviare una riflessione e una 
discussione, sugli aspetti di impatto collettivo e sociale delle
tecnologie 
open source. Le opportunità di scelta e di accesso alle informazioni e
a 
nuovi strumenti, ha infatti attivato nuove possibilità di
comunicazione e 
di condivisione del sapere, estendendo la consapevolezza
dell’impiego 
cognitivo e operativo, sociale e politico, di questi strumenti.
Marco Mancuso, moderatore del Meeting, critico, curatore e fondatore
del 
progetto Digicult, si occupa di Digital Creative Media e di relazioni
tra 
immagini, suono e spazio nell’Arte Audiovisiva contemporanea.
Focalizzandosi 
quindi sull’impatto delle tecnologie open source
nell’Audiovisivo digitale, 
attraverso una panoramica sui progetti artistici e creativi più
interessanti 
a livello internazionale, il suo intervento suggerirà una riflessione 
critica sull’utilizzo di questi strumenti, sulle dinamiche di
creatività 
condivisa in Rete, sui codici liberi e sul livello di condivisione e 
commistione sempre più ampio tra arte, design e hyper architecture.
Laura Colini, ricercatrice presso il dipartimento di Architettura,
Media e 
Sociologia Urbana presso la Bauhaus University di Weimar, concentrerà
il suo 
intervento sul concetto di partecipazione nel progetto di city making e
uso 
di technologie. L’intervento al Meeting mette a fuoco concetto di 
partecipazione nella teoria di pianificazione urbana e lo confronta con
il 
concetto di partecipazione alla città che viene riproposto con le ICT.
Si 
tratta di una specie di tassonomia di pratiche partecipative (o finte 
partecipative) al city making, che viene chiamata ICT spatial
practices, che 
permettono di costruire un pensiero critico sul tema della città come 
progetto collettivo.
Infine, la Collaborazione tra Confini Digitali e Umane Energie,
presenta al 
pubblico Beduino, un dispositivo elettronico open source ideato per lo 
sviluppo di installazioni artistiche interattive.Controller audio, per
VJ, 
interfacciamento con sensori, controllo led e motori. Poco piu’
grande di un 
pacchetto di sigarette, Beduino, basato sulla più conosciuta
piattaforma 
hardware/software Arduino, è pensato per poter essere utilizzato senza 
scrivere una riga di codice e senza conoscenze approfondite di
elettronica: 
uno strumento per tutti. Può essere usato per controller audio e video
in 
tempo reale, strumenti midi, dance triggers, installazioni interattive,
led, 
controlli motorizzati, controlli robotici e molto altro ancora.
PROGRAMMA
10:00 Moreno Barboni: introduzione e saluti
10:15 Marco Mancuso: apertura e intervento
10:45 Pier Luigi Capucci: intervento
—break
11:30 Umane Energie: intervento
12:00 discussione
13:00 chiusura
—break
16:00 Marco Mancuso: introduzione
16:15 Laura Colini: intervento
16:45 Confini Digitali: intervento
—break
17:30 Graffiti Research Lab: intervento
18:00 discussione
19:00 chiusura
ABSTRACTS
:::Graffiti Research Lab:::
:::The L.A.S.E.R. Tag payload:::
I GRL, artisti e media attivisti di New York, presenteranno al Meeting
il 
loro strumento per creare graffiti digitali urbani: il LASER Tag. La
Unit 
Mobile Broadcast (MBU) insieme al L.A.S.E.R. Tag è un’Arma di
Defecement di 
Massa (WMD) open-source, progettata per consentire a writers, artisti, 
attivisti e cittadini di comunicare all’interno dell’ambiente
urbano sulla 
stessa scala dei pubblicitari, delle corporations e dei governi.
L’unità MBU 
fornisce una capacità di 1200 watts di audio e 5000 lumens di
proiezione 
video, montata su un triciclo industriale da lavoro. Il Tag payload
consente 
quindi agli individui, tramite un raggio laser verde di 60milliwatt, di 
scrivere le proprie comunicazioni ed espressioni personali su strutture 
industriali, monumenti, ponti, skylines cittadini e altri obbiettivi di 
interesse, sia duri che morbidi. Il software customizzato per la MBU e
il 
L.A.S.E.R. Tag è stato realizzato in chiave open source, senza
copyright o 
licenza, in dominio pubblico. Amatori, hackers e altri privati
cittadini 
sono quindi incoraggiati a farne libero uso, nonché a modificarlo e a 
realizzare il proprio MBU/L.A.S.E.R. Tag design. Il progetto è stato
per ora 
portato a NYC, Città del Messico, Barcellona, Austria e Taipei.
:::Marco Mancuso:::
:::Audiovideodrome: on the open source contemporary audiovisual art,
design 
& hyper architecture:::
L’Arte Audiovisiva, la capacità cioè di creare opere artistiche,
narrative o 
astratte, mediante l’utilizzo del suono e delle immagini, ha subito
nel 
corso degli ultimi anni una considerevole spinta innovativa:
nell’ambito più 
ampio della così detta new media art, essa si è ormai ritagliata un
ruolo 
polivalente, sicuramente più complesso e sfaccettato di quello che 
apparentemente la limita al contesto puramente performativo, cinematico
o 
installativo. Prendendo linfa vitale dai progressi tecnologici compiuti
nell’ambito 
di hardware e software open source (e non solo) per la gestione di
flussi 
audiovisivi in tempo reale, l’Arte Audiovisiva contemporanea appare
oggi 
come un territorio sul confine tra pura espressione artistica e
creativa, 
sperimentazione e design. Una riflessione critica sull’utilizzo di
software 
open source in questi contesti, sulle dinamiche di creatività condivisa
in 
Rete, sui codici liberi e sul livello di condivisione e commistione
sempre 
più ampio tra arte, design e hyper architecture consente di osservare
come 
il concetto di spazio rifletta l’esistenza di un luogo/non-luogo
fluido da 
esplorare, un elemento di progettazione, un universo materiale e
immateriale 
con il quale confrontarsi per ridefinire i rapporto tra l’uomo
moderno e i 
nuovi paesaggi multimediali che lo circondano
:::Pier Luigi Capucci:::
:::Open Cultures:::
La diffusione dell’Open Source ha aperto delle opportunità di
scelta e di 
accesso alle informazioni e a nuovi strumenti, ha attivato nuove 
possibilità di comunicazione e di condivisione del sapere, ha esteso 
la 
consapevolezza dell’impiego cognitivo e operativo, sociale e 
politico, di 
questi strumenti. L’Open Source ha inoltre imposto una riflessione
sul 
software in generale come strumento dotato, nella sua dimensione 
immateriale, di un valore reale, economico, che non può essere
ignorato, 
pena l’emarginazione dalla società dell’informazione. Anche
nell’arte, in 
vari settori e discipline, numerosi artisti hanno abbracciato la
filosofia e 
la pratica dell’Open Source, realizzando lavori che espandono le 
potenzialità delle opere sia dal punto di vista delle poetiche sia in 
direzione di una maggiore flessibilità, condivisione, e dunque di una 
maggiore estensione, del discorso artistico.
:::Laura Colini:::
:::Reflecting on ICT participated spatial practices and city making:::
Considerato il crollo delle difese contro l’iperproduzione di
informazione, 
diventa fondamentale oggi interrogarsi su come agiamo ed interagiamo 
mediante l’uso di tecnologie digitali. Le tendenze globali e 
l’economia 
simbolica determinano la produzione e distribuzione di una grande
varietà di 
strumenti che permettono di comunicare via testo, audio, video. Di 
conseguenza, la "sindrome creativa digitale" ci spinge a
trascurare la 
questione del come e perché interagiamo, rappresentiamo e trasformiamo
lo 
spazio vissuto delle nostre città attraverso i media digitali. Al di là 
delle molteplici definizioni di città, voglio partire dal principio che 
queste sono il luogo privilegiato di pratiche spaziali collettive e di 
processi discorsivi, di procedure e protocolli codificati che conducono
a 
trasformazioni di ordine sociale, economico, materiale e culturale.
L’intento 
di questa presentazione è di riflettere sui processi di costruzione
della 
città analizzando benefici, svantaggi e rischi insiti nelle pratiche 
spaziali basate sull’uso di Information Communication Technologies.
In 
particolare, il parametro adottato per discernere e categorizzare tali 
pratiche è la loro capacità di rafforzare le comunità locali e di
innescare 
la partecipazione del cittadino. Sostengo che la varietà di social
media, 
mapping collaborativi, video partecipativi così come le nuove risorse
del 
web, possono essere analizzate in relazione alla loro capacità di
stimolare 
direttamente o indirettamente un approccio di cambiamento sociale e
politico 
alla produzione urbana. Per sottolineare l’importanza della
relazione tra 
tecnologie dell’informazione, interazione sociale e pianificazione
urbana 
farò riferimento ad una serie di casi studio di natura molto
differente, 
analizzando la loro capacità di generare processi partecipativi
effettivi e 
cercando di svelarne i limiti, e gli interessi o le retoriche dei
poteri 
visibili o invisibili che vi sottendono.
:::Umane Energie e Confinidigitali:::
:::Beduino presentation:::
Confini Digitali e Umane Energie, presentano al pubblico Beduino, un 
dispositivo elettronico open source ideato per lo sviluppo di
installazioni 
artistiche interattive. Controller audio, per VJ, interfacciamento con 
sensori, controllo led e motori. Poco piu’ grande di un pacchetto
di 
sigarette, Beduino, basato sulla più conosciuta piattaforma 
hardware/software Arduino, è pensato per poter essere utilizzato senza 
scrivere una riga di codice e senza conoscenze approfondite di
elettronica: 
uno strumento per tutti. Può essere usato per controller audio e video
in 
tempo reale, strumenti midi, dance triggers, installazioni interattive,
led, 
controlli motorizzati, controlli robotici e molto altro ancora.
PERUGIA
nacro in tex
http://www.autistici.org/packz/
redo di aver trovato la soluzione per lo streaming:
http://osflash.org/red5
è possibile fare anche videoconferenze
ora avrei bisogno di aiuto per fare delle prove
http://www.webmultimediale.org/guide/red5
Il giorno 24 settembre 2008 15.28, eO <eo_call@ecn.org> ha scritto:
Il giorno 23/set/08, alle ore 17:16, T_Bazz ha scritto:
effettivamente penso che sia il caso di utilizzare una piattaforma open per fare lo streaming altrimenti non capisco perche’ fare un meeting sull hacktivism 😉
quoto 🙂
